Consumo di pesce in gravidanza? Ecco i nostri consigli! Parte 1
L’importanza del consumo di pesce in gravidanza
L’alimentazione in gravidanza deve soddisfare criteri sia quantitativi che qualitativi.
Oltre ad assicurare alla madre il giusto fabbisogno energetico e nutrizionale necessario per mantenersi in buona salute, deve consentire la formazione di nuovi tessuti e riserve di nutrienti che saranno utilizzati dal bambino durante l’allattamento.
Intorno all’ultimo trimestre di gravidanza il cervello cresce ed è qui che il feto utilizza DHA, in particolare per lo sviluppo della retina e del sistema nervoso.
Cos’è il DHA
L’Acido docosaesaenoico è un acido grasso semi-essenziale a catena lunga appartenente alla serie omega-3, esso contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale e della normale funzione visiva.
Dove si trova
E’ presente in alcune microalghe di cui si nutrono i pesci e di conseguenza giungono all’uomo.
In particolare ne sono ricchi i pesci grassi e i pesci azzurri, come:
- le alici
- il salmone
- il tonno
- le aringhe
- lo sgombro
- le sardine
Questi acidi grassi essenziali, vengono definiti così perché non riusciamo a produrli da soli e dobbiamo quindi assumerli attraverso fonti esterne.
I benefici del Pesce azzurro in gravidanza
Oltre a contribuire ad un adeguato sviluppo neuronale, aumentano il flusso del sangue al cervello, regolano i meccanismi infiammatori, il funzionamento delle membrane cellulari e riducono lo stress ossidativo.
Diversi studi evidenziano l’importanza del consumo di pesce in gravidanza in quanto miglior fonte di omega-3, per garantire un adeguato sviluppo cognitivo del nascituro. Inoltre il pesce rappresenta una fonte essenziale di proteine ad alto valore biologico fondamentali soprattutto in gravidanza, quando il fabbisogno aumenta progressivamente nelle varie fasi, per sostenere la sintesi proteica a livello dei tessuti materni e la crescita fetale.
Durante la gravidanza è preferibile consumare pesci di taglia piccola (alici, aringhe, salmone taglia piccola, sardine, sgombro ecc.), perché essendo ai livelli più bassi della catena alimentare e quindi con un ciclo vitale breve, non accumulano un livello di metalli pesanti preoccupanti.
Il consumo di pesce azzurro è consigliabile con una frequenza di almeno 2-3 volte a settimana.
Sono sconsigliati il consumo di qualsiasi tipo di pesce crudo per evitare intossicazioni alimentari e i pesci di taglia grossa (come pesce spada, squalo, tonno rosso, ecc.) per l’eventuale presenza di mercurio.
Tra mercurio e omega-3? Vince il nostro pesce azzurro del Mediterraneo!
Dott.ssa Valentina Santomauro
BIOLOGA NUTRIZIONISTA
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